Per prima cosa è importante chiarire che il termine pubalgia descrive un sintomo e non la reale causa che crea il dolore
La pubalgia è una patologia la cui epidemiologia resta ancora poco chiara, soprattutto per via della complessità della regione addomino-pelvica e della possibilità che possano sovrapporsi altre patologie al quadro clinico. Il dolore inguinale può essere causato da varie patologie, alcune delle quali non di pertinenza fisioterapica.
Le più comuni cause però, sono di origine muscolo scheletrica, in particolare le lesioni a carico dei muscoli adduttori. Nel calcio soprattutto, sia agonistico che amatoriale ci sono diversi fattori che giocano a favore dell’insorgere di questa patologia. Contrasti in fase di gioco, salti, dribbling, il gesto stesso di calciare e la corsa su terreni poco idonei sono fattori che sollecitano enormemente la regione pelvica. Inoltre, può colpire anche le donne soprattutto negli ultimi mesi di gravidanza. In questi casi, il dolore è scatenato, da una parte dal peso del bambino sui muscoli dell’addome, dall’altra dalla secrezione dell’ormone relaxina che conferisce maggiore elasticità alla sinfisi pubica per favorire il parto.
CAUSE
- Scarso equilibrio tra i gruppi muscolari che si inseriscono nel pube. In particolare modo tra addominali ed adduttori
- maggior debolezza degli adduttori rispetto ad altri muscoli della coscia
- iperlordorsi e rigidità del distretto lombare
- terreni troppo rigidi o irregolari
- sovrappeso
- dismorfismi agli arti inferiori
SINTOMI
I dolori nella maggior parte dei casi interessano la regione adduttoria, in percentuali più ridotte possono interessare la regione perineale. La sintomatologia è variabile; può essere puramente un fastidio che viene esacerbato da test evocativi oppure un dolore intenso da compromettere le normali attività quotidiane, irradiandosi fino all’interno coscia. Nella maggior parte dei casi, nelle fasi iniziali il dolore compare al risveglio e si manifesta quando si comincia l’attività sportiva, per poi scomparire dopo il riscaldamento: la pubalgia è quindi tale da consentire la prosecuzione dell’attività, ma sarebbe meglio non sforzare ulteriormente per evitare di peggiorare la sintomatologia. In forme particolarmente importanti il dolore può sopraggiungere all’improvviso, durante lo svolgimento dell’attività sportiva, ed essere tale da impedirne la continuazione.
ESAMI DIAGNOSTICI
Un attento esame clinico attraverso alcuni test muscolari di semplice esecuzione basati sulla contrazione e sulla distensione passiva può fornire importanti informazioni. Ma prima di decidere quale terapia scegliere è opportuno effettuare un’ecografia dinamica, ossia eseguita in posizione eretta, per verificare la presenza di debolezza della parete o ernia inguinale.
TRATTAMENTO
La maggioranza degli Autori concorda con il fatto che, i muscoli dell’addome e la muscolatura adduttoria, hanno una funzione antagonista ma biomeccanicamente equilibrata. Nelle pubalgie esisterebbe un disequilibrio tra adduttori troppo potenti e muscoli larghi dell’addome di tonicità insufficiente. Di fatto, questo disequilibrio funzionale si ripercuoterebbe negativamente a livello pubico.
Normalmente nella fase acuta di questa patologia, viene associato un periodo di riposo completo sufficientemente prolungato e un trattamento conservativo che possa in linea generale rispettare i seguenti punti ( prendendo in considerazione una fase acuta e sub acuta) :
- Tecarterapia, laserterapia
- Antinfiammatori
- rinforzo della muscolatura addominale in toto ed in particolar modo dei muscoli obliqui e del retto addominale
- condizionamento muscolare e rinforzo sinergico della muscolatura adduttoria contestuale al progressivo rinforzo della muscolatura addominale e lombare
- Stretching muscolatura adduttoria e dei flessori dell’anca.
- Ideale può essere anche praticare un po’ di nuoto, poiché si stimola il muscolo senza gravare sull’osso.
- core stability
La prevenzione della pubalgia rientra ormai appieno nell’ambito dell’allenamento dei calciatori di alto livello, sicuramente tra gli sportivi più colpiti da questa patologia. Dedicare più tempo agli esercizi di potenziamento muscolare e allo stretching migliora la prestazione e riduce la possibilità di recidive. Nelle persone che praticano un’attività sportiva a livello amatoriale, invece, si consiglia di evitare di allenarsi su campi sintetici, prepararsi adeguatamente per affrontare l’attivita Sportiva specifica e assicurarsi di utilizzare scarpe adatte per l’appoggio dei piedi e il benessere delle articolazioni.